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Stufe a pellet: facciamo chiarezza sui vari modelli

Mar 27 2019

Stufe a pellet: facciamo chiarezza sui vari modelli

Le stufe a pellet costituiscono una validissima opzione se avete in programma di ridurre i costi relativi al riscaldamento, magari adottando una soluzione ecologica. Andiamo a conoscere come funzionano e in che modo scegliere il modello più adatto.

I vantaggi delle stufe a pellet

In forma cilindrica (6 mm di diametro), il pellet, un composto di segatura e trucioli ottenuto senza coloranti, additivi e materiali estranei, si adopera come combustibile biologico, pressato in piccoli granuli. Questo sistema di riscaldamento conviene per diverse ragioni: è facilmente accumulabile (in confronto alla legna), presenta poca umidità (8% massimo), un alto rendimento termico e riduce le emissioni di anidride carbonica. Una scelta che si rivela in molti casi conveniente, dati anche i vantaggi correlati, tra cui l’efficienza (produce calore solo quando necessario), la semplicità di installazione e manutenzione, la durata di carica.

Peraltro, il Governo ha confermato agevolazioni fiscali, pari al 50% su ristrutturazioni edilizie (anche su impianti nuovi) e al 65% su riqualificazione energetica. Inoltre, è previsto il Conto Termico, che concerne esclusivamente gli impianti già installati e consiste in un incentivo biennale, che varia in base alla potenza installata e all’area in questione. La detrazione massima del 65% scatta solo se l’involucro è coibentato e i serramenti sostituiti.

Consigli per l’installazione

Dal design elegante e ricercato, le stufe a pellet su www.dtf-italia.it possono essere installate a patto che vi sia una canna fumaria o risulti comunque realizzabile, dopodiché servono una presa d’aria, collegabile alla stufa stessa, e una presa elettrica sempre accessibile, provvista di messa a terra. È vero che talvolta si fa a meno della canna fumaria, in tal caso i fumi escono mediante un tubo, con copertura a fungo, che sporge dal muro: lo scarico deve essere conforme alla normativ in vigore, operato da personale specializzato che certifichi l’installazione. Questi intuitivi apparecchi elettronici lavorano in autonomia, impartite le istruzioni sull’ora di accensione, la temperatura e lo spegnimento, oppure regolando direttamente il termostato.

Affinché garantisca piena efficienza e sicurezza è sconsigliato collocare la stufa in bagni, camere da letto e locali con un altro impianto anch’esso dotato di flusso d’aria. Erogando parecchio calore, si suggerisce di evitare zone con pavimento in legno o materiale infiammabile, altrimenti è opportuno installare pure una piastra nella parte sottostante. Per conseguire la resa massima, e generare una dispersione del calore omogenea, chiedete al tecnico di rilevare la zona più centrale della casa.

Le misure di sicurezza e tipologie sul mercato

La distanza dalla parete deve essere almeno di 5 cm (15 cm qualora sia infiammabile), tenendo debitamente distanti (40 cm) tende, mobili o oggetti infiammabili. In quanto al collegamento elettrico, assicuratevi che il cavo e la sonda ambientali non entrino in contatto con le parti riscaldate. In via propedeutica, accertatevi che la canna fumaria non sia installata male od ostruita, nonché l’altezza e la sezione interna possiedano un’adeguata misura per un sufficiente tiraggio. Se siete amanti del fai da te, ci spiace ma abbandonate vostra velleità: contattate personale competente, che controllerà, infine l’impianto. Il costo è variabile anche in base alla tipologia di stufe a pellet:

  • ad aria: le meno care e potenti, irradiano Stufe a pellet piccole indicate per mono e bilocali;
  • ad acqua o termostufe: più costose, ma anche più potenti, integrano all’occorrenza l’impianto preesistente e fanno scaldare pure l’acqua che riscalderà i radiatori. Sono utilizzabili assieme ai pannelli termico-solari, con il conseguente risparmio energetico ed economico.
  • con sistema canalizzato: stufe a pellet canalizzate con tubi che attraversano la casa.
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redazione
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